Mangeremo abitualmente Europa grilli fritti? Il regolamento Novel Food in vigore dal gennaio 2018  consente l’introduzione sul mercato europeo di insetti solo nel caso in cui “abbiano una storia dimostrata di consumo sicuro in alcune parti del mondo”.  Ma il mercato ha un potenziale enorme anche se in Italia, a differenza di altri stati UE come Belgio, Olanda e in Svizzera, ancora non è consentito l’impiego alimentare di  insetti. Parlamento e Ministeri dovranno legiferare in merito e regolamentare l’uso alimentare umano diretto e indiretto ma il mercato potenziale, solo nel campo delle farine, si aggirerebbe secondo il Sole24 su un valore di quasi 4 miliardi di euro, senza contare quello degli integratori che raggiunge oggi i 3,3 miliardi e quello dell’alimentazione animale che è di circa 6 miliardi di euro. In Piemonte già un gruppo di imprenditori si è lanciato nel settore ed ha creato Italian Cricket Farm oggi all’avanguardia nella insetticoltura. Perché gli sbocchi della insetticoltura non sono solo quelli di essere una soluzione a basso consumo di risorse per produrre basi alimentari ad uso umano e mangimistico.

 

Insetticoltura: Il Ciclo Economico delle BugsFarm

A settembre in Piemonte “Agroinsecta”: il primo evento italiano dedicato agli insetti utili

Il 26 settembre 2019 nasce a Rivalta Scrivia (AL), in Piemonte, AgroInsecta, il primo evento italiano dedicato agli insetti utili.  Utili per l’uomo e per l’ambiente: non solo uso alimentare , ma estrazioni di derivati non alimentri e/o smaltimento rifiuti organici. Una filiera che interagisce con i produttori di biogas, alleva  insetti per la lotta biologica, alla mangimistica in sostituzione di altre farine proteiche e ad altri derivati per bioplastiche specialistiche.

AgroInsecta si propone come un’opportunità per scoprire nuovi mercati ed applicazioni, nuove tipologie di allevamento zootecnico, per incontrare operatori del mondo agricolo, industriale e finanziario interessati a questo settore dalle grandi potenzialità e offre a Enti di ricerca e Università la possibilità di presentare studi ed approfondimenti sul tema degli insetti ad un pubblico mirato.

Acheta domestica: il Grillo del focolare

Polenta e grilli? la divertente “provocazione” sull’insetticoltura del veterinario Enrico Tesio

Se, come abbiamo detto, fuori dall’Italia si possono acquistare barrette proteiche a base di farine di insetti, o “gustare” un piattino di grilli fritti salati come snack con lo spritz, o in Svizzera acquistare hamburger e polpette a base di farina di “camole” della farina, il tabù alimentare sugli insetti in Europa è ancora forte, anche se ormai circa il 30% si dichiara disposto a tentare questa nuova via alimentare, se non magari gastronomica gourmet… Nelle periodo delle grandi carestie a cavallo tra ‘600 e ‘700 gli Europei si sono mangiati di tutto, arrivando persino all’autocannibalismo, ma mai si è sentito parlare di mangiare insetti. Si moriva con l’erba selavatica in bocca ignorando una fonte alimentare che in altri continenti da sempre ha contrubuito a sfamare la gente.

Su questo argomento pubblichiamo l’onirico e divertente contributo di Enrico Tesio, medico veterinario saluzzese, che negli tempi – fra le sue attività – sta anche  supportando come tecnico ad un allevamento di grilli.

“Anche se fuori la notte è caldissima, nel mio sogno fuori nevica, nevica bene, la stufa è accesa, la casa accogliente, protettiva, oggi niente scuola. “A tavolaaaa !”  è mia nonna che chiama, il pranzo di una domenica d’inverno, coccolati dai profumi della cucina  senza pensieri, senza impegni, solo calore. Le mani lavate sanno di sapone di Marsiglia, la tovaglia delle feste, il piatto che attende, il pentolone che arriva. Appetito, curiosità, vecchie posate in acciaio sottile, certezze. La nonna annuncia:  “Oggi polenta ragazzi!”  Wow, perfetto… “Polenta e grilli !”  Aaargh!!! Che cosa?!?

La mia giornata è iniziata con questo sogno d’infanzia (o incubo?), la cucina ed i sapori di una vita, contaminati dal lavoro che mi aspetta oggi. Faccio il veterinario ormai da troppi anni (non troppi per la professione, ma troppi per i compleanni), di animali ne ho curati tanti, vacche, cavalli, maiali, galline, cani, gatti, tigri, elefanti, cammelli, dromedari, zebre, tartarughe, tanti da scrivere un libro forse, oggi mi toccano i grilli.

Già, grilli, piccoli amichevoli insetti da mezzo grammo l’uno, c’è un allevamento con un problema di infezione virale da risolvere. Le strade di campagna sono polverose,  insidiose, sconnesse,  ma per un veterinario da amaro Montenegro come me (chissà se qualcuno ricorda la vecchia pubblicità?), tutto questo è di buon auspicio, ci si cala subito nella parte, ci sono dei grilli che hanno bisogno di cure, in un’ora sarò sul posto, sfidando anche la calura africana della pianura piemontese.

Guidando i pensieri si susseguono, diversi miliardi di esseri umani praticano l’entomofagia, gli insetti sono ingredienti di piatti prelibati in molti paesi asiatici, africani e del Centro e Sud America; persino le cimici (sì le bestiole volanti puzzolenti che coi primi freddi trovano riparo nelle nostre case) sono particolarmente apprezzate in Messico ed in diversi continenti.

La FAO ritiene gli insetti una fonte fondamentale per soddisfare la fame di proteine di un’umanità che si avvia verso i nove miliardi di individui nel 2050, l’Unione Europea ha visto nel 2018 l’entrata in vigore del Regolamento 2283/2015 sui “novel food” che apre la strada al consumo alimentare di insetti nei paesi membri. La stessa Europa sta agevolando l’introduzione degli insetti nelle diete dei comuni animali d’allevamento, in alternativa alle farine di pesce o alla soia. Produrre proteine animali mediante gli insetti, avrebbe un impatto ambientale decisamente minore rispetto agli allevamenti “classici”, il che candida gli entomi a essere uno dei più promettenti cibi del nostro futuro.

“Che schifo!” diranno molti di voi, eppure rimasi stupito due anni fa, quando durante un convegno sulla nutrizione animale in Bretagna, ci fu propinato un aperitivo accompagnato da stuzzichini tipo insalata di pasta e tenebrioni (il bacarozzo della farina), formaggio di capra e cavallette ed altre amenità del genere. Il tutto era stato preparato da inesperti chef transalpini, e si vedeva (pardon: sentiva); tuttavia il 60% dei presenti (principalmente francesi ed italiani) risultò aver assaggiato gli originali manicaretti.

Intanto sono arrivato, i grilli (questi sono degli Acheta domesticus, grillo del focolare) mi aspettano in un allevamento tutto chiuso e pulito, di odori non ce ne sono, mi avvicino e sento il loro inconfondibile canto, piacevole e rilassante. In Cina e Giappone venivano anticamente allevati in casa solo per questo motivo, come i canarini e e  a ben pensare un piccolo allevamento come questo potrebbe stare al piano terra di un grande condominio in città senza dare fastidio e produrre proteine a sufficienza per tutti gli abitanti del palazzo, sarebbero grilli a chilometro zero! Magari grilli in ascensore. 

Il futuro è già iniziato cara nonna, che il tuo non sia stato un sogno premonitore?”

Farina di grilli