I vini biologici e biodinamici hanno raggiunto da tempo livelli di eccellenza e lo testimonianole carte dei vini di chef stellati che ormai dedicano metà dell’offerta a questi prodotti. Una conferma è venuta il 24 giugno a Benevento con le premiazioni del XVIII Concorso Città del Vino che ha con Bio-DiVino una ricca sezione dedicata a questi prodotti, ch eanch enell’edizione 2019 ha toccato vertici di eccellenza assoluta e un livello medio da medaglia d’argento. 

“Le due associazioni Città del Vino e Città del bio– ci dice il Presidente di Città del Bio Antonio Ferrentinocollaborano attivamente da anni per riconoscere gli sforzi delle aziende produttrici di vino, sia con produzione convenzionale – la “selezione del sindaco” o biologico, il  “bio-divino”

Antonio Ferrentino Presidente CIttà del Bio_

Antonio Ferrentino Presidente dell?Associazione Città del Bio

Benevento non è facilmente raggiungibile, eppure in una calda e afosa giornata di giugno ha riunito nella splendida sala consiliare della Provincia centinaia tra imprenditori vitivinicoli e sindaci arrivati da tutta Italia sulla splendida la Rocca dei Rettori che ha accolto in piazza Castello gli ospiti per partecipare alle premiazioni di un concorso vitivinicolo che ha registrato la partecipazione di ben 1250 etichette in rappresentanza di 500 aziende.
E il positivo connubio azienda/territorio/amministrazione pubblica è certificato dalla presenza delle amministrazioni comunali delle aziende partecipanti. Un fatto molto importante, poiché le scelte di politica amministrativa condizionano le scelte aziendali”.

La Selezione del Sindaco da questa edizione per la verità ha cambiato nome, certo ma non il suo spirito e carattere: è infatti riservata allo specifico riconoscimento che l’Associazione assegna ai vini premiati delle cantine cooperative, tenuto conto che rappresentano attraverso la cooperazione, quindi con il coinvolgimento di migliaia di soci, il territorio del vino nel suo ambito più vasto.

La cooperazione – dicono gli organizzatori – ha un ruolo fondamentale nella crescita economica e sociale dei territori e contribuisce a elevare la qualità delle pratiche in vigna, dando ai viticoltori indicazioni operative fondamentali per aumentare la qualità del prodotto finale: cantine e Comuni restano alleati per promuovere insieme le terre del vino. Il Concorso Enologico Internazionale Città del Vino (International Wine City Challenge)  continua a valorizzare i vini di qualità legati con forza ai territori d’origine“. 

Le commissioni d’assaggio della XVIII edizione erano stae ospitate ospitate a Frascati (Roma) dal 30 maggio al 2 giugno scorso.

 

 

Vigneti del Sannio con allevamento di vitigno Falanghina

Il Sannio:  terra del Falanghina e dell’Aglianico del Taburno, diventeranno un biodiostretto

La scelta di Benevento è un riconoscimento agli sforzi che ha fatto un territorio, il Sannio,per rilanciare la produzione di Falanghina e che ha insignito il capoluogo del premio Internazionale di “Città Europea del vino 2019“. Cinque comuni con affermata realtà di produzione vitivinicola quali Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant’Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso costituiscono il “cuore“ della produzione enologica campana di qualità. In questi 5 comuni si concentrano i due terzi dell’intera produzione nazionale di uve Falanghina.
L’ampia vallata è solcata dalle acque del Calore offre un magnifico colpo d’occhio su circa 10.000 ettari di vigneti. Vigne che custodiscono una preziosa biodiversità vitivinicola, con molte varietà mantenute e manutentate da affezionati produttori, definiti dal presidente delle Città del Vino Floriano Zambon i “ricamatori del territorio”.
In molti casi sono piccoli produzioni che singolarmente non potrebbero mai aggredire un mercato complesso come quello del vino. Proprio per questo motivo e per assolvere a questo compito in maniera efficace è stato creato un  consorzio.

La varietà più conosciuta è l’Aglianico del Taburno  (DOCG) da sempre coltivata nel Sannio e probabilmente proprio da queste uve si ricavava l’antico vino Kapnios, di cui parla Plinio il Vecchio nella sua “Naturalis Historia“ ,dove si indicavano le terre beneventane come una delle patrie d’elezione di questo nettare. Dall’annata 2017 l’Aglianico è stato superato,quale volume produttivo,dal vitigno Falanghina. La coltivazione attuale nel Sannio supera comunque ancora oggi i duemila ettari. Un’esperienza tutta da valorizzare, conclude Ferrentino:

Città del bio incontrerà, a breve, i cinque sindaci e  ovviamente anche il Consorzio per valutare la costituzione di un biodistretto del Sannio per costituire una governance ancora più forte per la promozione di un territorio che racchiude storia e cultura millenaria ed una produzione agroalimentare di eccellenza.

Il Concorso Città del Vino, una pioggia di medaglie d’oro

L’internazionalità del Concorso, oltre che dalla composizione delle Commissioni di degustazione, è testimoniata anche dalla provenienza dei vini che ogni anno conosce nuove etichette: 210 i vini provenienti dal Portogallo, a testimonianza del forte legame tra l’Associazione Città del Vino e l’analoga associazione delle Città del vino portoghesi AMPV: 15 i vini provenienti dal Brasile, 8 dalla Germania, 6 dall’Azerbaijan, 3 i vini da Lussemburgo, 2 i vini provenienti dalla Russia, precisamente dalla regione di Mosca. I vini italiani in gara sono stati  976. Da record i numeri del concorso: 1.250 vini iscritti, provenienti da circa 500 aziende italiane e straniere. In questa edizione non sono state assegnate Medaglie d’Argento, a dimostrazione della qualità dei vini in concorso. Marsala è la città che ottiene più premi in assoluto: 11 medaglie (10 oro, 1 gran oro).

L’Associazione Città del Vino ha voluto premiare anche quei vini che si sono distinti nell’ambito dei riconoscimenti speciali: premio “La Selezione del Sindaco” ai migliori vini delle aziende cooperative; premio “Forum Spumanti” del Comune di Valdobbiadene ai migliori spumanti Metodo Classico e Metodo Martinotti; premio “Mondo Merlot del Comune di Aldeno (Trento)premio “Sannio Falanghina – Città europea del Vino 2019.
 Il miglior vino del Concorso Enologico Internazionale Città del Vino è siciliano : lo Zhara Passito 2017 IGP Terre Siciliane dell’Azienda Principe di Corleone di Monreale (PA), che ha ottenuto 94/100. Condivide il primato con un vino liquoroso portoghese: il Moscatel Roxo Superior 2010 di Casa Ermelinda Freitas di Setúbal, sempre premiato dalla giuria con 94/100, il punteggio minimo per ottenere una Gran Medaglia d’Oro.

La regione italiana più rappresentata è stata il Veneto, con 268 vini; segue la Campania con 103, sospinta dai molti vini a base di Falanghina in considerazione della Città Europea del Vino 2019 che è, appunto, rappresentata dai Comuni del territorio del Sannio/Falanghina; 34 dal Trentino Alto Adige; 20 dalla Valle d’Aosta, 6 dall’Umbria, 14 dal Friuli Venezia Giulia; 88 Sicilia; 66 vini dalla Toscana, 18 dalla Liguria, 34 Piemonte; 26 Sardegna, 72 dal Lazio,  7 dalle Marche, 49 della Puglia, 65 dall’Emilia Romagna, 9 Lombardia, 36 Calabria, 14 Basilicata, Abruzzo 40, Molise 2.

I vigneti bio dell’azienda Cà Lustra Zanovello sui Colli Euganei  – Faedo di Cinto Euganeo in Provincia di Padova. Azienda Primo premio assoluto Concorso Bio-DiVino 2019

I risultati del Concorso BioDiVino

I migliori vini premiati a BioDiVino

Grazie alla collaborazione con l’Associazione Città del Bio anche per l’edizione 2019 c’è stata l’assegnazione dei premi Bio-DiVino alle aziende che producono vini biologici e da agricoltura biologica e biodinamici, con le seguenti distinzioni:

  •  Gran Medaglia d’Oro (Punteggio oltre 92/100)Biodivino 2019
  • Medaglia d’Oro (Punteggio oltre 87/100) Biodivino 2019
  • Medaglia d’Argento (Punteggio oltre 82/100) Biodivino 2019
  • Medaglia di Bronzo (Punteggio minimo 80/100) Biodivino 2019

Aziende-premiate-Concorso-Bio-divino-2019_Benevento

Il Premio BioDiVino 2019,  ha conferito complessivamente 24 Medaglie d’Oro e 52 Medaglie d’Argento e nessuna medaglia di bronzo, essendo il punteggio più basso ricevuto un 82/100. (nda: Nel link precedente l’elenco e la graduatoria tutte le aziende premiate)

Primi assoluti con Gran medaglia d’Oro due passiti: il Ca’ LUSTRA Zanovello Fior d’Arancio 2016 DOGC  ottenuto da una un moscato trodotta nel Veneto dai Veneziani già nel XIII secolo, l’uva moscato Fior d’Arancio cresce solo nei Colli Euganei e mantiene fortemente il suo carattere mediterraneo, solare e vigoroso, che ha ottenuto 93/100 seguito con 92,80/100 dal Vin Santo del Chianti Riserva 2013 DOC della fattoria La Vialla di G.A.B. Lo Franco.

Primo fra i vini non passiti, premiato con  Medaglia d’Oro e 91/100 l’abruzzese biodinamico Coste di Moro Riserva 2012 – Montepulciano d’Abruzzo DOP di Lunaria – Orsogna dell’omonimo paese chietino, che da tempo ha sceltodi applicare l’agricoltura biodinamica“Un metodo alla continua ricerca di processi e tecniche innovative nel rispetto assoluto non solo del territorio e delle sue leggi”. 

vigna biodinamica

Vigneto biodinamico dell’Azienda Lunaria di Orsogna (CH)