di MARCO CICCHELLI – Con un voto del Parlamento l’Austria diventa il primo paese UE a vietare completamente il glifosato: i deputati austriaci hanno approvato con una larga maggioranza trasversale, lo scorso martedì 2 luglio un disegno di legge che prevede il divieto totale di impiego di questo controverso erbicida, classificato come “probabile cancerogeno” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Se la piccola Camera alta di Vienna non solleverà obiezioni, come sembra probabile, il disegno di legge diventerà legge una volta firmato dal presidente austraico Alexander Van der Bellen, ex leader dei Verdi, partito che non ha seggi in parlamento.

L’Austriache ha la più alta percentuale di terreni agricoli biologici nell’Unione europea – circa il 23%, molto al di sopra della media UE del 7%, secondo i dati dell’UE del 2017  e che fa dei suoi paesaggi montani incontaminati una delle maggiori attrazioni turistiche – diventerebbe così il  primo Paese dell’Unione Europea a vietare il discusso erbicida di sintesi creato dalla Monsanto, in nome del “principio di precauzione“.

La maggioranza dei deputati del Consiglio nazionale o Nationalrat ha votato infatti a favore dell’emendamento proposto dal Partito Socialdemocratico (SPÖ), secondo cui “l’immissione sul mercato” di prodotti glifosati è “vietata in nome del principio di precauzione”. Il testo è stato supportato anche dal Partito della Libertà, formazione di destra (FPÖ) che è al governo.

Questa misura del divieto totale presentata dalla sinistra è stata discussa per diverse settimane in Austria, i suoi oppositori sostengono che non è conforme ai regolamenti europei dopo la licenza per l’uso del glifosato nell’UE, rinnovata nel 2017 dall’esecutivo europeo, che ha validatà sino al 15 dicembre 2022.

Il divieto del controverso erbicida è stato quasi dominante nell’agenda del Parlamento austriaco in seguito alla crisi del governo guidato dal cancelliere conservatore Sebastian Kurz a maggio. Approfittando della mancanza di una coalizione formata in Parlamento fino alle prossime elezioni legislative di settembre, i partiti socialdemocratici SPÖ, l’FPÖ di destra, l’ambientalista Jetzt e i liberali della Nuova Austria (Neos) Liberals si sono coalizzati in seduta il 2 luglio e hanno approvato questo divieto, pocpo prioma dello sciglimento delle camere. imana di questo breve periodo.

Il partito conservatore dell’ÖVP, il favorito per il ritorno al potere dopo le elezioni legislative, ha votato contro un divieto totale che a suo dire “penalizza i professionisti agricoli”. La formazione di Sebastian Kurz ha proposto che “l’uso del glifosato sia formalmente proibito per gli individui, vicino alle scuole e ai campi sportivi”.

Intanto dalla Germania – sede della Bayer che ha acquisito il marchio Monsanto – sono arrivate le prime reazioni critiche: il gruppo chimico Bayer-Monsantoha dichiarato che “la decisione del Nationalrat contraddice numerose ricerche scientifiche”.

erbicidi

Uso intensiuvo di erbicidi in agricoltura

Il glifosato e il principio di precauzione

Il glifosato è una molecola di sintesi utilizzata negli erbicidi commercializzati dal 1974 dalla Monsanto – e da altre aziende dal 2000, quando il suo brevetto è diventato pubblico. Attualmente è l’erbicida più venduto al mondo, con oltre 800.000 tonnellate distribuite ogni anno.

Il glifosato è principalmente usato per distruggere le erbacce, cioè “erbacce”. Ha la particolarità di essere utilizzato in un’ampia varietà di situazioni, su tutti i tipi di piante, in quanto molecola ad effetto sistemico, che agisce sull’intera pianta. Questo è il motivo per cui viene utilizzato nell’arboricoltura o nella viticoltura, nonché per la manutenzione di aree urbane e industriali.

Come’ è nota la battaglia contro l’uso di questo erbicida vede schierati a livello mondiale associazioni di cittadini e e agricoltori biologici, amministrazioni locali, ma non solo, contro i grandi gruppi e la scontro – al di là delle posizioni ideologiche – è tutta sul piano scientifcio, dove l’allarme creato dalla potenziale cancerogenità della molecola non ha portato ad una risposta certa. Come sempre accade la ricerca è finanziata anche da diversi portatori di interesse e lo scontro finale in Europa si svolgerà nel neo eletto Parlamento e nella nuova Commissione a guida Ursula von der Leyen tedesca di osservanza merkeliana.

Classificato come “probabile cancerogeno” dal 2015 dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il glifosato è stato utilizzato con vari marchi da quando il brevetto detenuto dal gruppo statunitense Monsanto è diventato di dominio pubblico nel 2000. Il più famoso rimane Roundup prodotto dalla Monsanto, che ora appartiene al gigante tedesco Bayer.

Il principio di precauzione nel diritto UE e l’uso limitato del glifosato in diversi Paesi UE

Il principio di precauzione è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (UE). Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Tuttavia, nella pratica, il campo di applicazione del principio è molto più vasto e si estende anche alla politica dei consumatori, alla legislazione europea sugli alimenti, alla salute umana, animale e vegetale. E quindi permette:

  •  di reagire rapidamente di fronte a un possibile pericolo per la salute umana, animale o vegetale, ovvero per la protezione dell’ambiente.
  • di intervenire nel  caso in cui i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio, bloccando la  la distribuzione dei prodotti che possano essere pericolosi ovvero di ritirare tali prodotti dal mercato.
  • di stabilire orientamenti comuni relativi all’applicazione del principio di precauzione

La definizione del principio ha un impatto positivo a livello internazionale, al fine di garantire un livello appropriato di protezione dell’ambiente e della salute nei negoziati internazionali. Infatti, tale principio è stato riconosciuto da varie convenzioni internazionali e figura in special modo nell’Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) concluso nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

Secondo la Commissione Europea, il ricorso al principio di precauzione può essere invocato quando un fenomeno, un prodotto o un processo può avere effetti potenzialmente pericolosi, individuati tramite una valutazione scientifica e obiettiva, se questa valutazione non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza.

Prima del pronunciamento del parlamento austriaco in Francia, il governo aveva promesso che il glifosato sarebbe stato vietato “nei suoi principali usi” entro il 2021 e “per tutti gli usi” entro cinque anni, ma Macron ha già detto che tale obiettivo non sarà raggiungibile finché la UE non si sarà definitivamente pronunciata.  Il suo uso resta limitato, vietato dall’inizio del 2019 per i non professionisti e giardinieri dilettanti e vietato dal 2017 per gli spazi verdi pubblici.  In altri Paesi dell’UE sono stati adottati divieti parziali sul glifosato. Il suo uso è limitato nella Repubblica Ceca dall’inizio del 2019. In Italia è vietato dal 2016 nelle aree frequentate dalla popolazione, in Olanda, è vietato usarlo su marciapiedi e asfalto dal 2016.

Il glifosato è stato comunque autorizzato per la commercializzazione nell’Unione europea fino al 2022. Una nuova valutazione inizierà alla fine del 2019  e nel frattempo un gruppo di 4 Paesi (Francia, Ungheria, Paesi Bassi e Svezia)  è stato incaricato è stato incaricato di valutare i rischi connessi all’uso degli  erbicidi e deve pubblicare un dossier consuntivo entro giugno 2021, nelle prime fasi del processo in cui la Commissione Europea dovrà proporre ai 28 o 27 se sarà definitiva la Brexit di estendere o meno la licenza del glifosato.

La Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Unione, sta portando avanti il ​​via libera dalle sue agenzie scientifiche, Efsa (sicurezza alimentare) ed Echa (prodotti chimici), che non hanno classificato la sostanza cancerogena. Ma l’indipendenza di Efsa è stata poi messa in discussione dalle rivelazioni dei giornali che la sua relazione includeva passaggi copiati / incollati da un documento della Monsanto. L’esito del dossier sul glifosato probabilemnte rivelerà il peso delle lobby delle multinazionli sulla decisione, salvo nuovi risultati scientifici dirimenti.

La posizione di Feder.bio è chiara e netta: “agire subito in Europa per uno stop al glifosato”

La neo presidente Maria Grazia Mammuccini – che era  fino a pochi giorni fa – la portavoce della Coalizione Stop Glifosato che raccoglie 51 associazioni ambientaliste, della società civile e dell’agricoltura biologica e responsabile della campagna Cambia la terra si è già espressa chiaramente:

“C’è da sperare che l’esempio austriaco possa disegnare un possibile percorso anche per il Parlamento eEuropeo appena insediato. Occorre riaprire subito la discussione a livello europeo per rivedere le decisioni assunte due anni fa e bloccare l’uso di questa sostanza pericolosa prima che trascorrano i 5 anni di proroga all’uso del diserbante”.