di Sandro Franceschetti – Dodici amministrazioni comunali delle vallate del Cesano e del Metauro stanno dando vita ad una sinergia per costituire il ‘Distretto Biologico Terre Marchigiane’. Il protocollo d’intesa nasce da un’idea di Sara Tomassini, presidente di Anabio (Associazione Nazionale Agricoltura Biologica) Marche, e molti dei comuni coinvolti hanno già prodotto delibere di adesione.
Si tratta di Pergola, che ha fornito la propria disponibilità come sede per i futuri incontri tra i protagonisti del progetto, di Frontone, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, Fratte Rosa, Mondavio, Terre Roveresche, Monte Porzio, Sant’Ippolito, Fossombrone, San Costanzo e Cagli. Un territorio che si sta caratterizzando per le eccellenze nel settore agroalimentare e che vanta riconoscimenti in campo ambientale; nel quale, per altro, si registra un rilevante incremento delle aziende biologiche con agriturismo. “Da una recente ricerca – conferma Tomassini – la provincia di Pesaro e Urbino è la quarta in Italia per aziende biologiche con agriturismo. La Cia Marche, con la sua associazione Anabio e la federazione provinciale Coldiretti, ha già contattato e avuto l’adesione informale di oltre cinquanta aziende del biologico”.
“Il distretto – spiega la stessa Tomassini – è uno strumento innovativo di organizzazione territoriale, volto sia ad incrementare il ruolo multifunzionale del settore primario, sia a migliorare le prestazioni agro-ambientali in chiave sostenibile. Superando il concetto di azienda biologica come unità produttiva isolata, è concepito per rappresentare il ‘luogo’ di intreccio delle filiere agroalimentari biologiche, di valorizzazione delle tipicità locali e della qualità ambientale, di sperimentazione di politiche e strumenti efficaci di sviluppo economico e sociale”. La presidente aggiunge: “La costituzione del distretto biologico, così come illustrato nel programma di Anabio Marche, sarà lo strumento per partecipare ai bandi europei e intercettare i finanziamenti del piano di sviluppo rurale 2021-2027 finalizzati all’incentivazione delle attività legate all’agricoltura, alla ricettività di tipo agrituristico, alla trasformazione, valorizzazione, promozione e commercializzazione dei prodotti dell’enogastronomia locale. Che potrà risultare determinante dal punto di vista economico e turistico per un’area che vuole imporsi sempre più per la qualità dei suoi prodotti enogastronomici e per un turismo slow ed esperienziale”.