Genova (Italo Vallebella) – Uno ci metterà i terreni e i suoi uliveti bio, l’altro, invece, il frantoio sempre biologico. Nascerà così il prossimo anno il primo olio dop bio del levante. Sarà dell’azienda di Aldo Muzio a Sestri Levante, ma della lavorazione si occuperà la cooperativa agricola Isola di Borgonovo. Quest’anno non è stato ancora possibile arrivare alla doppia etichetta in quanto il frantoio è certificato, mentre l’uliveto è in fase di conversione. Ma il progetto è pronto e ormai è solamente una questione di tempo e documenti. E così per il 2023 arriverà qualcosa di unico, almeno nel Tigullio: “Convertire al biologico un frantoio è molto più semplice rispetto ad un uliveto – spiega Mario Dodici, presidente della cooperativa -. Le pratiche sono più semplici e anche più veloci. Per un terreno, invece, sono necessari alcuni documenti in più. Ma ormai ci siamo. Muzio non è un giorno che si è votato al biologico. Di fatto con lui abbiamo iniziato a lavorare in una certa maniera dal 2013. Ma è chiaro che solo la certificazione ufficiale permetterà di raggiungere la doppia etichetta”.
Conferma Aldo Muzio: “Quasi dieci anni fa abbiamo detto basta, non lavoriamo più con gli insetticidi, ci vogliono prodotti più naturali – racconta –. Abbiamo eliminato i diserbanti e piano piano riformato nei terreni le erbette che rinascevano attraverso una agricoltura legata alla biodiversità. Adesso stiamo ottenendo le certificazioni. La nostra tecnica è quella di produrre solamente olive soltanto del nostro appezzamento: non mescoliamo, come tanti fanno, olive di altri, recuperate magari in altre zone del sud Italia”.
Nell’attesa la cooperativa ha già provveduto a far fruttare la recente conversione del frantoio in biologico: “È nato il nostro primo olio bio, prodotto utilizzando olive cento per cento italiane in arrivo dall’Abruzzo – racconta ancora Dodici -. Continueremo a produrlo anche nel futuro. Ma l’anno prossimo unendo le olive bio dell’azienda di Muzio e il nostro frantoio bio si potrà arrivare alla doppia etichetta”.
La collaborazione tra Muzio e la cooperativa va avanti da tempo. Di fatto è proprio la cooperativa ad occuparsi del terreno che si trova a San Bernardino: “Si tratta di cinque ettari in totale – racconta ancora Dodici -. Tre di questi sono coperti da un uliveto. L’etichetta naturalmente sarà quella dell’azienda di Muzio, Sutta a ca, ma apparirà anche il nome della cooperativa come produzione, confezionamento e gestione del terreno. Le bottiglie saranno distribuite anche all’estero, in Francia. Ma saranno a disposizione anche dei consumatori locali. Due anni fa era stata un’ottima annata e da quell’uliveto erano stati ricavati duemila litri. Vedremo come andrà nella prossima stagione. Realizzare un dop non è semplice. La raccolta deve avvenire nell’arco di pochi giorni”.
La prossima raccolta, in particolare, segnerà una nuova tappa di una lunga collaborazione: “Credo che la sinergia che stiamo portando avanti da anni sia un bell’esempio su come fare rete in maniera seria, trasparente e onesta porti sempre a risultati importanti – chiude Dodici -. Questo è un aspetto che a noi piace molto. È il concetto stesso di cooperativa dove ci si aiuta gli uni con gli altri”.