(Corriere del Ticino) – Se da un lato il numero di aziende agricole è in costante diminuzione, nel 2020 sono aumentate le realtà che hanno abbracciato la coltura biologica, raggiungendo il 15% del totale. È quanto emerge dai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST).
In Svizzera l’anno scorso le aziende agricole sono diminuite dell’1,3% su base annua, arrivando a 49’363 unità. Nel giro di 30 anni la superficie media è quasi raddoppiata, raggiungendo i 21,15 ettari (ha). Sempre nel 2020 il numero di aziende bio è cresciuto del 3,8% a 7.561, con i Grigioni assoluti protagonisti: nel cantone il 58% delle 2.215 aziende agricole lavora in maniera biologica.
I terreni sono stati utilizzati soprattutto per prati e pascoli (604’600, 58% del totale). Per quel che riguarda le superfici coltivate, la vigna occupava 13’400 e i frutteti 700 ha. La coltura di mais è progredita del 10%, raggiungendo i 17.700 ha. Stabili le situazioni inerenti le coltivazioni di patate e barbabietole da zucchero. La superficie biologica è raddoppiata nel giro di 20 anni, ed è arrivata a un totale di 177’300 ha.
Anche l’anno scorso è poi continuata la diminuzione delle vacche da latte (546.500; -1,5%) e dei loro allevatori (-2,6%). Aumentano invece le vacche nutrici (131.400; +2,4%) nel contesto della produzione di carne. In controtendenza il settore bio, con un incremento del 2,8% delle mucche da latte. In calo il settore della filiera suina (sia bio che non), mentre prosegue l’incremento dell’allevamento di pollame.