(da Brescia Oggi) – Il ritorno in “Zona bianca” ha un doppio significato a Tremosine, che grazie al caseificio Alpe del Garda è una ì capitale dell’”oro bianco”. Anche qui l’auspicio è di lasciarsi alle spalle la pandemia che ha contraddistinto la scorsa annata, chiusa dal caseificio con un utile di 44.441,85 euro, ma contenuto a quasi la metà del bilancio precedente. Grande la voglia di ripartire al massimo, dopo gli investimenti su strutture, produzioni “bio” e filiera del Grana Padano. “La speranza – spiega il presidente Livio Leonesio – è poter cominciare ad utilizzare a pieno regime, con riscontri economici importanti, gli investimenti effettuati”. Il riferimento è alla nuova ala del Caseificio sociale (un nuovo fabbricato di 930 metri quadri su due piani) costati due anni di lavori ed un investimento di oltre 5 milioni di euro. Ottenuto dal Consorzio di tutela Grana padano l’assegnazione di produzione annua di 4.600 forme per una stagionatura che varierà dai 18 mesi ai 2 annui, si spera adesso di produrre a pieno regime. Anche le attuali sale di lavorazione del “reparto molle” (dedicati in particolare alla famosa “Formagella”) sono state completamente rimodernate e la zona nuova collegata con un tunnel sotterraneo di 30 metri destinato per salatura dei prodotti. “Un anno altalenante il 2020 – continua Leonesio – nel quale abbiamo lavorato più latte, circa il 4-5% in più: avevamo programmato l’avvio anche del segmento biologico, ma il Coronavirus ci ha costretti a posticipare”. Tutto è pronto: a stalla bio produce regolarmente con mungiture robot e altre tecnologie assortite come gli impianti di raffrescamento, che consentono corrette produzioni, 11-12 quintali di latte biologico, di ottima qualità. L’Alpe del Garda è infatti il terminale di circa 82 mila quintali di latte prodotto nelle 6 stalle dei 70 soci e nelle altre 2 di proprietà della cooperativa. Grandi potenzialità pronte a esprimersi.