Roma (Marco Pederzoli) – Le castagne? All’estero – Svizzera, Austria, e Germania in particolare – c’è grande richiesta di quelle biologiche, mentre il mercato italiano punta soprattutto sulle indicazioni di origine. A rilevarlo è Giulia Ingino, amministratrice assieme al fratello Vincenzo della Agem Frutta srl di Rivottoli di Serino (Avellino), azienda che lavora mediamente 10mila quintali di castagne, di cui duemila sono di produzione propria e provengono da terreni di proprietà che si estendono su circa 60 ettari, di cui 24 sono biologici.
A fare il punto della situazione è proprio la Ingino, che spiega: “Nell’ultima campagna abbiamo dovuto affrontare il problema dei prezzi, che sono stati alti in fase di acquisto, perché c’è stato poco prodotto, e sostanzialmente bassi o comunque insoddisfacenti alla vendita”.
L’eccezione, in questo senso, è rappresentata però dal biologico. “Personalmente, e come azienda – prosegue la Ingino – crediamo sempre più nel biologico. Tanto che stiamo aumentando gli ettari di proprietà certificati e in futuro uno dei nostri obiettivi è di incrementarli ulteriormente. Oggi siamo a 24 ettari di biologico su un totale di una sessantina di ettari. Tutta la nostra offerta bio finisce pressochè al 100% all’estero, dove questa tipologia è molto richiesta. Parlo di paesi come Svizzera, Austria e Germania, dove abbiamo rapporti sia consolidati sia nuovi con importanti catene della Gdo. E si riesce a spuntare un prezzo maggiore del convenzionale e più soddisfacente, anche se la lavorazione è ovviamente maggiore. Il mercato italiano invece, che pure forniamo, si concentra invece soprattutto sulle indicazioni di origine protetta. In tal senso, stiamo valorizzando la Castagna e il Marrone di Serino Igp, dove abbiamo fatto per il terzo anno consecutivo una buona campagna promozionale con un altro attore della grande distribuzione”.
Nonostante poi la campagna 2021 abbia risentito di un netto calo della produzione, la Ingino ha confermato che Agem ha ancora disponibilità di prodotto e, anche in questi giorni post-festività natalizie, sta ricevendo richieste di forniture, sia dall’Italia sia dall’estero.
Guardando alle cose positive, intanto, anche la Ingino ha l’impressione che il problema del cinipide sia in regressione. “Il calo di produzione del 2021 – conferma – è stato dovuto soprattutto a una questione climatica (il caldo anomalo e la siccità nei mesi estivi), più che al cinipide, la cui presenza, in linea generale, sembra essere decisamente minore”.
Infine, l’amministratrice di Agem Frutta ha confermato che, anche nel corso del 2022, l’azienda ripeterà l’esperienza del confezionamento e commercializzazione di ciliegie, un’attività intrapresa lo scorso anno e che andrà appunto ad affiancarsi alla storica specializzazione di questa impresa nella produzione, lavorazione e commercializzazione di castagne e marroni.