Firenze (Aldo Fiordelli di Il Corriere della Sera) – Un grappolo su due è biologico nel Chianti Classico. Secondo i dati diffusi ieri dal Consorzio del Gallo Nero, con la vendemmia 2020 la storica docg divisa tra Firenze e Siena ha raggiunto la quota record del 52,5% di vigneti coltivati in regime bio. Un risultato storico, non solo perché mai raggiunto prima. Basti pensare che negli anni scorsi, come ha confermato il direttore del Consorzio, Carlotta Gori, ci si fermava solo al 40%. Un balzo del 10% che mette in minoranza la viticoltura convenzionale e spiana la strada a una rivoluzione green. Il risultato, tuttavia, arriva un po’ a sorpresa. Il Chianti Classico è una Docg tra le più grandi per le dimensioni del territorio e il numero di produttori, non è una piccola denominazione omogenea. Il clima, anche nel confronto con altre zone vitivinicole della Toscana, ha dei tratti continentali importanti che possono contribuire a rendere più difficile la gestione delle uve in regime biologico.
I dati sono emersi ieri durante la Chianti Classico Connection, la manifestazione che ha sostituto la «collection», ovvero la presentazione alla stampa, al trade e ai ristoratori delle nuove annate di Gallo Nero. Ospitata nel Chiostro di Santa Maria Novella divenuto parte del museo della Basilica che ospita il Pontormo, dallo scorso 10 maggio, come ha ricordato l’assessore Cecilia Del Re, la manifestazione quest’anno è diventata globale con 6 città collegate: oltre Firenze, Londra, New York, Chicago, Monaco in Germania, e Tokyo. Oltre al «rimbalzo» delle vendite — come lo ha definito il presidente del Consorzio del Chianti Classico, Giovanni Manetti — sul 2020 (+31%), ma anche sul 2019 pre-Covid (+7%), il Gallo Nero ha fatto registrare questo risultato sul biologico. «Un segnale importante — ha spiegato Manetti — che spiega la sensibilità ecologica dei produttori, ma anche l’impegno per una qualità superiore del vino, con metodi di rispetto della natura che consentiranno una più netta espressione del territorio». Questa sensibilità si dipana anche attraverso una convenzione del Consorzio con T-Move per consentire ai turisti di girare il Chianti Classico con auto green attraverso il car sharing. Un progetto che rientra nella nuova Chianti Classico card per portare i turisti dalla città alla campagna.