Come sappiamo, il mondo del vino, soprattutto quello delle piccole cantine, delle enoteche, della ristorazione sta soffrendo in maniera pesante gli effetti della pandemia da Covid – 19. Se la grande distribuzione è riuscita a mantenere alti i propri ritmi, sono state lasciate fuori dal mercato le aziende che avevano scelto un altro tipo di canale. Per l’IWSR –  International Wine and Spirits Research –  a livello mondiale le ripercussioni della crisi del settore delle bevande alcoliche potrebbe proseguire ancora per qualche anno. Ad affrontare meglio di tutti, la situazione attuale potrebbero essere, secondo l’istituto, i vini biologici, capaci di rispondere in modo sempre più preciso all’accresciuta attenzione dei consumatori verso i temi della sostenibilità, del rispetto ambientale e della salubrità dei prodotti.
Il settore cresce ininterrottamente da parecchi anni e le previsioni dell’anno scorso parlavano già di un interessante aumento percentuale per quella che era nata come una nicchia ma che, nel tempo, ha conquistato sempre più spazio. Secondo l’IWSR, il tasso di crescita annuo per i vini biologici nel 2024 dovrebbe raggiungere il 9%.  Se fosse confermato il trend, la fetta di mercato del vino bio potrebbe così passare dal 2.4% attuale al 4% nel 2024. Per l’Italia, e soprattutto per le regioni meridionali come la Sicilia, notoriamente grande produttore bio, potrebbe rappresentare un’occasione imperdibile.
Nel 2012, la Commissione Europea ha fatto un passo avanti determinante verso una definizione sempre più chiara di ciò che può essere definito vino biologico con l’inserimento in etichetta della dicitura “vino biologico” per i vini ottenuti da uve bio, ferma la necessaria certificazione da parte di un ente apposito.
Le nuove potenzialità offerte dalle prospettive di consumo aprono però a nuove domande e a nuovi scenari che, nel rispondere ad un pubblico sempre più attento ed esigente, potrebbe coinvolgere anche altri aspetti finora poco presi in considerazione: attenzioni maggiori, ad esempio,  non solo in vigneto e non solo dal punto di vista delle certificazioni ma in tutta la filiera, compresi ad esempio il  packaging o il trasporto.
Le aziende che hanno abbracciato il biologico, saranno pronte a queste nuove sfide?
Il lockdown dei mesi scorsi ha aumentato, ad esempio, la domanda di vino in cartone. Secondo i dati di Vinitaly e di Iri, società che si occupa di analisi di mercato, dall’1 gennaio al 19 aprile scorso, la domanda di vino in cartone è aumentato dell’8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e del 36,8% quella dei Bag in Box.