(da Terra Nuova ) – Il 23 settembre è stata firmata a Bruxelles dal trilogo, Parlamento, Consiglio e Commissione dell’Unione Europea, la dichiarazione congiunta che istituisce la Giornata europea del biologico.
Fortemente voluta da Ifoam Oe, la Federazione europea delle associazioni del biologico, l’istituzione di questo evento rientra nelle iniziative del Piano d’azione dell’Ue sul biologico, che punta a incentivare i consumi di prodotti bio, aumentare la produzione e migliorare ulteriormente la sostenibilità del settore. Per questo prevede investimenti su informazione e promozione dei prodotti bio anche attraverso un loro maggior impiego nelle mense pubbliche, e mette a disposizione degli Stati membri una serie di strumenti per sostenere la transizione agroecologica dell’agricoltura europea, indicando la Politica agricola comune come lo strumento chiave per sostenere la conversione al biologico attraverso i piani strategici della Pac dei singoli Stati membri.
La Giornata europea del biologico è l’ennesima dimostrazione di quanto l’Ue punti in maniera determinata sul bio per i vantaggi che comporta per clima, ambiente, biodiversità, benessere animale, e per i redditi più elevati che genera per gli agricoltori. L’obiettivo è di aumentare la produzione, come prevedono le strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030.
In Italia la “Rivoluzione Bio” è già in atto. Il biologico, in base agli ultimi dati presentati a Sana 2021, ha fatto registrare un ulteriore incremento dei consumi interni (+ 5%), dell’export di bio Made in Italy (+ 11%) e delle superfici coltivate (+ 5,1%) raggiungendo il 16,6% della superficie agricola che corrisponde al doppio della media europea.
Ma in occasione del Sana è emerso anche che altri paesi europei crescono nelle superfici bio e negli operatori in maniera molto più consistente rispetto a noi e soprattutto che è ulteriormente aumentata nel nostro Paese l’importazione di prodotti biologici, coprendo parti di mercato che invece possono rappresentare uno spazio positivo per i nostri agricoltori.
Per questo adesso servono scelte politiche chiare e coraggiose, che investano nel biologico per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura italiana, a partire dal piano strategico nazionale della Pac, con l’obiettivo di arrivare entro il 2027 al 30% di superficie coltivata a bio.
Serve infine giungere a una veloce e definitiva approvazione della legge sul biologico per avere a disposizione tutti gli strumenti necessari per affrontare le sfide del settore, a partire dal piano d’azione nazionale per il biologico.