(da cambialaterra.it) – “Utilizzare pienamente i regimi ecologici e le misure agroambientali nei piani strategici della Pac” per massimizzare il contributo degli agricoltori biologici agli obiettivi della Strategia per la biodiversità dell’Unione europea e della nuova Politica Agricola Comune (Pac). Sono le raccomandazioni agli Stati membri Ue contenute in un nuovo rapporto di Ifoam Organics Europe, la Federazione internazionale dei movimenti per l’agricoltura biologica.

L’obiettivo del Green Deal
Nell’ambito del Green Deal è stato fissato un obiettivo ambizioso per l’espansione dell’agricoltura biologica al 25% della superficie agricola entro il 2030, come parte delle strategie dell’Ue Farm to Fork e Biodiversità.
Per l’autore principale del rapporto Nic Lampkin, “gli stati membri dovrebbero riconoscere esplicitamente, nei loro piani strategici della Pac, nei programmi di sviluppo rurale e nei piani d’azione organici, le opportunità per la conservazione e il miglioramento della biodiversità collegate all’agricoltura biologica”.

I piani strategici della Pac
“La Commissione europea dovrebbe riconoscere che l’agricoltura biologica offre benefici alla biodiversità nel contesto degli eco-schemi – si legge nel rapporto – ma dovrebbe anche condurre una valutazione completa durante la progettazione dei piani strategici della Pac di come i governi nazionali sosterranno gli obiettivi di biodiversità attraverso i pagamenti delle Misure Climatiche Ambientali (AECM)”.
Secondo Eric Gall, responsabile delle politiche di Ifoam Organics Europe, “sostenendo l’agricoltura biologica nei loro piani strategici, gli Stati membri dispongono di un potente strumento per garantire che la loro politica agricola nazionale inizi ad affrontare il crollo della nostra biodiversità, che è stata una realtà nella campagna europea da decenni”.

Incentivi per passare al bio
“Gli agricoltori convenzionali dovrebbero essere incentivati ​​a passare all’agricoltura biologica e gli agricoltori biologici dovrebbero essere adeguatamente ricompensati per i beni pubblici che forniscono producendo cibo di qualità proteggendo la natura”, suggerisce il rapporto.
“Un maggiore sostegno all’agricoltura biologica – si legge ancora nel rapporto- è uno strumento di politica pubblica intelligente per garantire che la prossima Pac contribuisca al Green Deal e agli obiettivi delle strategie Farm to Fork e Biodiversità sulla biodiversità e sulla protezione della natura, ma anche sulla riduzione di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici”.

I quattro obiettivi chiave
Il rapporto “Agricoltura biologica e biodiversità – Opzioni politiche” indica quattro obiettivi chiave: rivedere le evidenze riguardanti l’impatto dell’agricoltura biologica sulla biodiversità in Europa; analizzare come le pratiche dell’agricoltura biologica, compresa la rinuncia alla maggior parte degli input agrochimici, contribuiscano a questi impatti; esaminare come sono state utilizzate le politiche europee a sostegno dell’agricoltura biologica e dell’ambiente; considerare e fare raccomandazioni su come le future politiche della Pac e dell’Ue potrebbero essere utilizzate per espandere l’agricoltura biologica e migliorare i suoi impatti sulla biodiversità.
Esiste ormai un corpus sostanziale di prove di ricerca che dimostrano gli impatti positivi dell’agricoltura biologica sulla biodiversità in Europa. Ma anche un numero crescente di studi relativi ai pascoli, all’orticoltura e all’olivicoltura mediterranea e ad altri sistemi anch’essi a supporto alla biodiversità. Per esempio, se confrontata con sistemi simili non biologici, l’agricoltura biologica aumenta sia l’abbondanza che la ricchezza di specie in una gamma di habitat e tipi di agricoltura.

Le colture a pieno campo
Inoltre nelle colture a pieno campo, la biodiversità delle specie vegetali è migliore sia all’interno del campo (nelle colture) che ai margini del campo, con il 20-95% di specie in più e fino al 150% di abbondanza maggiore registrata nei sistemi biologici. La gestione biologica influenza positivamente anche la diversità microbica del suolo, gli insetti e le popolazioni di uccelli.
Una serie di studi ha accertato che nei contesti arabili si registra un 30% di impollinatori in più. In orticoltura una maggiore diversità si trova all’interno dei campi coltivati. Infine relativamente pochi studi sono stati condotti nei sistemi mediterranei di olivi e viti, con alcuni che mostrano benefici, ma sono importanti anche gli effetti sul paesaggio.